Appunti per una Medicina più efficace

Il punto chiave delle terapie non convenzionali non consiste prima di tutto nell’essere meno “aggressive” e perciò anche meno legate a spiacevoli effetti collaterali, quanto piuttosto al fatto di tentare un approccio più attento alla globalità della specifica persona. E questo diventa particolarmente vero quando si cerca di impiegare e mettere insieme diverse tecniche curative.

Infatti assemblando in maniera intelligente e concreta diverse importanti tecniche come, ad esempio, Agopuntura, Omeopatia, Kinesiologia Applicata ed altro ancora, si arriva innanzitutto ad una “lettura” più ampia della persona e dei relativi sintomi, avendo poi di conseguenza la possibilità di arrivare più facilmente ad una risoluzione dei vari problemi di salute.

Se, per esempio, trovandosi ad affrontare la problematica di una persona che soffre cronicamente di lombalgie o lombosciatalgie, oltre ai normali esami che si ritengano utili al caso specifico, si potrà identificare ed eventualmente curare il meridiano di Agopuntura maggiormente interessato dai disturbi suddetti. Allo stesso tempo si potranno riequilibrare tutti i muscoli implicati nel problema attraverso le tecniche kinesiologiche e si potranno eventualmente prescrivere anche i rimedi omeopatici ritenuti più efficaci, senza dimenticare che diversi prodotti omeopatici sono impiegabili anche in forma di iniezione sottocutanea. Infine (ma la descrizione dei possibili interventi diagnostici e terapeutici si potrebbe allungare ulteriormente) non è affatto da escludere la presenza di una componente emozionale e in tal caso sarà davvero interessante riuscire con dei semplici test muscolari ad identificare le emozioni negative implicate e cercare di favorirne il superamento attraverso delle tecniche veloci a mediazione corporea.

Tutto ciò non vuole esprimere alcuna pretesa di onnipotenza. Ogni persona è una realtà unica e il risultato positivo di fronte a una seria patologia non è mai scontato e, tra l’altro, l’approccio appena citato non esclude affatto il ricorso a farmaci ed interventi più “classici” della medicina ufficiale, ove se ne ravvisi la reale necessità. Ma proprio a partire dal fatto che la salute non equivale soltanto all’assenza di sintomi e che curare seriamente qualcuno non è mai qualcosa di banale, perché non usare di tutto e non affrontare il più possibile la persona nella sua totalità? E perché non provare ad ascoltare e a favorire ciò che di buono l’organismo sta già mettendo in atto invece di accanirsi a bloccare i sintomi?

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