Medicina sportiva complementare
“La medicina sportiva complementare offre una strategia per combinare molteplici terapie non tradizionali in un approccio personalizzato completo. Tra queste vi sono numerose tecniche manuali che fanno riferimento al sistema dell’agopuntura e ai sistemi neuromuscolare e scheletrico, interventi di tipo alimentare e nutrizionale, programmazione dell’allenamento e gestione dello stile di vita, il tutto combinato e con la finalità ultima di formare atleti dalla migliore forma fisica, molto meno soggetti al rischio di lesioni e in grado di sfruttare appieno il loro potenziale di prestazione.
…Caratteristica distintiva della medicina complementare è la capacità di determinare quale terapia sarà più efficace per un determinato paziente, in opposizione al cieco affidamento ad un approccio predefinito, stile “libro di cucina”. Questa terapia può essere applicata in ambiente ambulatoriale, sul campo, e persino in viaggio, se ci si sposta con la squadra o con il singolo atleta.
Inoltre, l’approccio valorizza in modo significativo il rapporto interattivo terapeuta-paziente, in cui il terapeuta non è visto solo come un risolutore di problemi ma anche come un maestro…
Oggi è possibile scegliere fra tante specialità, e vi è una tale diversità tra una professione e l’altra, che molti pazienti optano per una terapia senza reale cognizione di causa. Se un giocatore di tennis riscontra un dolore cronico alla spalla, presto o tardi deciderà di entrare nell’ambulatorio di un professionista. Se l’ambulatorio è quello dell’agopuntore, il paziente sarà sottoposto ad agopuntura. Se il professionista è un chiropratico, verrà trattato mediante manipolazione vertebrale. Se si tratta di un medico, gli verranno probabilmente somministrati dei farmaci. Tuttavia, la migliore forma di assistenza potrebbe essere un’associazione di diverse terapie. Con un approccio più equilibrato e una maggiore consapevolezza e cooperazione tra le professioni e tra professionisti, il paziente potrà ricevere un’assistenza di qualità superiore. Cosa più importante, il professionista della medicina sportiva complementare può fornire una varietà di terapie, diverse ma appropriate, secondo le specifiche necessità del paziente.
…Malgrado l’uso inflazionato e spesso fuorviante che ne è stato fatto negli ultimi decenni, il termine “olistico” resta una definizione adeguata in riferimento all’ambito della medicina sportiva complementare. Nel vero approccio olistico della medicina sportiva complementare sono presi in considerazione tutti gli aspetti che riguardano il paziente. Importante innanzitutto il valore informativo di segni e sintomi: nessun segno o sintomo è mai insignificante. Sono considerati inoltre stile di vita, regime alimentare, stato mentale-emotivo, come pure programmi di allenamento e competizione. In più, il terapeuta adotta un approccio olistico nel prestare aiuto al paziente e definirne il trattamento, nella consapevolezza della scientificità di tale terapia. Al contrario, scienza e medicina tradizionali tendono a concentrare la loro attenzione su frammenti dell’intero, soffermandosi sui segni di una malattia e trattando sintomi particolari…
Il professionista della medicina complementare, assistendo per esempio un corridore che soffre di lombalgia cronica, prende in considerazione molti fattori oltre alla regione lombare. Che il dolore sia dovuto a uno squilibrio muscolare, a uno strappo o a una distorsione dei legamenti o una disfunzione articolare, la lombalgia stessa può essere risultato finale di vari squilibri, che potrebbero essersi determinati in un lungo periodo di tempo. Non è insolito, per esempio, che un problema asintomatico al piede, non solo contribuisca ad alimentare un disturbo alla regione lombare, ma ne sia la causa reale. In alcuni pazienti può essere un fattore di primaria importanza uno squilibrio muscolare in corrispondenza dell’articolazione temporomandibolare (ATM). In altri, possono esistere numerosi fattori determinanti, tutti remoti rispetto alla sede della lombalgia. Valutando il paziente in modo olistico, attraverso una rassegna completa dell’intero organismo e non solo della regione lombare, l’esaminatore può individuare e correggere questi problemi, oscuri, ma spesso preminenti”.
Tratto da Philip Maffetone, “Medicina sportiva complementare“, 2001, Castello Editore
Naturalmente tutto questo rimarrebbe soltanto una pia intenzione se non fosse supportato da precise tecniche di intervento e strumenti adeguati di conoscenza.
La metodica e le varie tecniche offerte dalla kinesiologia applicata ci offrono anche in questo caso il supporto di maggior rilievo. Infatti per mezzo della kinesiologia applicata è possibile testare velocemente la condizione di qualsiasi muscolo del corpo e trovare, se necessario, la modalità più adeguata a ristabilire in brevissimo tempo la sua funzione fisiologica.
Impiegando la tecnica del triangolo integrato si può agire a livello sia diagnostico che terapeutico sui quattro livelli (strutturale, nutrizionale, emozionale, energetico). Un atleta, seguito e tenuto in equilibrio sui quattro livelli è in grado di dare il massimo e di mantenere nel tempo tutte le sue potenzialità psicofisiche.